NOVA SIRI, le tracce antiche di un passato rimasto a lungo sepolto

La montagna degrada verso il golfo di Taranto, correndo lungo una direttrice che da nord a sud attraversa le dolci colline materane. Un territorio estremamente variegato dove i boschi di querce pian piano lasciano il posto alla macchia mediterranea e all’aroma fresco e tagliente del finocchio selvatico che abbraccia ogni cosa. E ancora i colori e i profumi della vite, aranci e man mano, a scendere, campi di susini. I poderi arati assieme agli estesi uliveti disegnano le geometrie armoniche dei luoghi. E finalmente il mare, lo Jonio: le dune sabbiose rivendicano il proprio spazio all’ombra di pinete e alti eucalipti. È un disegno della natura Nova Siri, una natura indecisa sul da farsi e che ha condensato tutta se stessa in una cinquantina di chilometri quadrati.

Una natura che con il tempo ha riconsegnato alla luce le tracce antiche di un passato rimasto a lungo sepolto: dalle vasche di Sant’Alessio al Ciglio dei Vagni, costruzioni di epoca romana. 

Di origine romana anche le famose vasche di Sant'Alessio,  collocate a ridosso del torrente Toccacielo (una volta Toccaculo). Esse sono sei e si riempiono continuamente d’acqua grazie a un interessante sistema di sifoni. In una vasca, quella centrale, sgorga di continuo acqua limpida e depurativa che in passato era utilizzata dalle massaie per lavare i panni, nonchè considerata un toccasana per i malanni di qualsiasi genere. L'età della costruzione coincide con la conquista romana della Siritide strappata all'egemonia dei Tarantini. Si pensa che nell’altomedioevo qui vi fosse una “laura” di monaci basiliani e, secondo un'antichissima leggenda, sarebbe avvenuto un incontro non proprio "conventuale" tra un frate ed una suora. Pertanto, raccontano gli anziani che, ripetendo ritmicamente l'espressione "U Monac e a Monac" l’emissione dell’acqua aumenterebbe a vista d’occhio. Qui Rosalia Violante ha ambientato la storia di "Derio e Berenice".

Il paese e la stazione, così è chiamata Nova Siri Marina, raccolti in un unico straordinario abbraccio di mirabile bellezza, la definitiva unione tra l’anima dei monti e del mare. 


SIMONA PELLEGRINI


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