SALANDRA, una terra dal gusto deciso

Da una parte il versante nord-occidentale che si affaccia a strapiombo sulla valle percorsa dal torrente Salandrella, il quale segna il corso iniziale del Cavone; attorno lo scenario disegnato dall’argilla dei calanchi. Dall’altra, il Gruso scende e attraversa il verde fitto e scuro di boschi di querce che chiudono il cielo. E ancora uliveti e frutteti.

Siamo a cinquanta chilometri dal capoluogo di provincia, a quasi 600 m s.l.m., in un territorio abitato dagli Enotri sin dal VIII secolo a.C. come testimoniato dai resti di un antico villaggio in località Monte Sant'Angelo. Di origine normanna, invece, l’odierno abitato.

Una tradizione contadina radicata nel tempo che si estrinseca in piatti poveri, ma gustosi: dalla diffusissima “cialledda”, pane raffermo, condito con pomodori, cipolla e origano; alla “capriata”, un misto di legumi, grano cotto e pancetta affumicata. Sapori semplici, ma decisi, come la terra che li ha generati.

SIMONA PELLEGRINI