MONTALBANO JONICO e il suo importante patrimonio naturalistico

Su di un piccolo colle a 292 m s.l.m. sorge Montalbano Jonico che, cinto a est dal Cavone e a ovest dall’Agri, volge le spalle all’Appennino e lo sguardo al mare, mentre, in cerca di un equilibrio costantemente precario, affonda le proprie radici nell’argilla, la quale conserva nella propria apparente staticità un tumulto di perenne evoluzione.

Un territorio in cui l’ortografia dei luoghi è stata disegnata, al tempo, dalle frane. Un importante patrimonio naturalistico, quello della Riserva dei Calanchi, formatosi nell’arco di oltre un milione di anni, che si va a sommare ai ritrovamenti archeologici che spaziano dall’era del bronzo sino all’età ellenistica.

Le origini risalgono al III secolo a.C., intorno al 280, anno della nota battaglia di Heraclea, allorché il re Pirro con l'aiuto dei suoi elefanti e degli alleati tarantini sconfisse le legioni di Roma. Nel   corso   dei   secoli   successivi alla caduta dell'impero romano è stata terra di conquista, subendo le sopraffazioni e le violenze dei Bizantini, degli Svevi, dei Normanni, dei Francesi, degli Spagnoli, dei Borboni, come del resto tutto il sud dell'Italia.

Nel 1799, all'epoca della Repubblica Partenopea, rialzò la testa: alcuni suoi figli si distinsero nella lotta contro il governo borbonico per la libertà e per il patriottismo. Ricordiamo tra gli altri il filosofo Francesco Lomonaco, amico del Monti e del Manzoni, che gli dedicò un sonetto, e Niccolò Fiorentino che, al ritorno dei Borboni, fu arrestato e impiccato in Napoli.

SIMONA PELLEGRINI