COLOBRARO il Paese che "porta fortuna"

Sopra uno sperone, dal quale domina un ampio tratto della valle del Sinni, sorge “Cudde puaise”: l’innominabile Colobraro, il borgo che ha fatto della "jella" la propria fortuna.

Monachicchi, fattucchiere e legature hanno caratterizzato la vita del “paese senza nome”, tra storia e leggenda, sino alle ricerche etnografiche condotte da Ernesto de Martino durante la spedizione del 1952, il quale trascrisse il volto di Colobraro e delle sue “masciare” in Sud e Magia, consegnandolo all’Italia tutta.

La favola nera, adesso, rivive ogni anno nel “Sogno di una notte a … quel paese”. Amuleti, spettacoli teatrali, mostre e racconti di fascinazione, richiamano nel grazioso borgo lucano sempre più turisti, curiosi di immergersi nel travolgente fascino di antichi canti e vecchie superstizioni, in una commistione mai sanata tra sacro e profano, nell’ambito di un inestimabile patrimonio folkloristico e culturale.

Un antico frantoio, oggi museo dell'olio, rende il borgo anche meta per appassionati del turismo rurale e del buon cibo tra amuleti e oliveti secolari.  

SIMONA PELLEGRINI

stazione del gusto: AMOREOLIO Museo dell'olio