ALBANESI DI BASILICATA: LA TRADIZIONE ARBERESHE LUCANA

Figura centrale nella vicenda degli insediamenti e delle migrazioni di albanesi in Italia è stato il condottiero Giorgio Castriota Scanderbeg, l’eroe nazionale albanese che aveva contenuto l’avanzata dei Turchi di Maometto II per un ventennio fino al 1463, quando fu sconfitto e costretto all’esilio. Ma Scanderbeg, che qualche anno prima era venuto in Italia per aiutare militarmente Ferrante, re di Napoli, succeduto ad Alfonso d’Aragona, era riuscito ad ottenere terre e proprietà in Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. Località che divennero poi la destinazione salvifica di persone che sfuggivano alle persecuzioni ottomane.
Ad oggi possiamo elencare in Basilicata ben 52 insediamenti arbëreshë. 
Il termine Arbëreshë indica sia la lingua parlata che il nome degli albanesi d’Italia, mentre Arberia identifica l’area geografica degli insediamenti albanesi in Italia. La cultura arbëreshë è ancora oggi caratterizzata da elementi specifici che rendono la presenza delle comunità albanesi un elemento di forte arricchimento per le comunità locali.

Sono 3 le comunità Arbëreshe che hanno mantenuto in modo abbastanza evidente la cultura, la lingua e le tradizioni della patria di origine, abbandonando il rito bizantino: Barile,  Ginestra e Maschito.

Sono 2 le comunità che hanno mantenuto anche il rito bizantino: San Costantino Albanese e di San Paolo Albanese.

Ma anche in molti altri insediamenti della Basilicata, possiamo riscontrare le tracce della cultura degli Arbëresh: Acerenza, Albano di Lucanio, Atella, Avigliano, Baragiano, Brindisi Montagna, Cancellera, Castronuovo di Snt'Andrea, Cersosimo, Forenza, Genzano di Lucania, Lagopesole, Lavello, Melfi, Montemilone, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Pietragalla, Pietrapertosa, Potenza, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruoti, San Chirico Nuovo, San Fele, San Martino d'Agri, Tito, Tolve, Trivigno, Viggiano, Venosa.