Slow tourism: sfida ed opportunità per il turismo lucano L’esempio di Masseria Scannaturco

Emergente tendenza o presa di coscienza reale per riprogettare un turismo che sia anch’esso, necessariamente, sostenibile; comunque la si voglia pensare, quello dello slow tourism è un fenomeno che da qualche anno a questa parte ha conosciuto la massima diffusione.

Un fenomeno caratterizzato, nella maggior parte dei casi, da una sorta di “presa di distanza” dalle mete più convenzionali, lontano dalle rotte battute, e che si propone quindi di accompagnare il viaggiatore alla riscoperta della semplicità del bello che ci circonda. Un’opportunità enorme che mette al centro i territori essendo, difatti, proprio la ricchezza paesaggistica degli stessi a farla da padrona.

Questa settimana vi accompagniamo a conoscere una realtà che ha fatto dei luoghi che la circondano la propria forza. L’input per una valorizzazione silenziosa di posti certamente meno noti, e che per la medesima ragione conservano intatta la propria naturale bellezza, assieme alla possibilità di fruirne lentamente, apprezzandone i piccoli dettagli che una vacanza frenetica non permetterebbe di cogliere.

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Siamo immersi nella tranquillità della campagna pisticcese, ad appena 800 metri dal mar Jonio. Per essere più precisi, l’azienda agricola su cui insiste la Masseria è situata in località San Basilio mare, lungo il corso del fiume Cavone. Già queste iniziali coordinate bastano a proiettarci in uno scenario in cui protagonista indiscussa è senz’altro la natura. Si tratta, infatti, di un’area di particolare pregio naturalistico; area che nei pressi della foce dello stesso corso d’acqua diviene a protezione speciale, rientrando nella cosiddetta zona SIC (sito d’importanza comunitaria).

L’ecosistema è quello del mare – duna – pineta, una simbiosi ininterrotta che proietta, immediatamente, il visitatore lontano dalla frenesia della vita quotidiana, dove i soli tempi da rispettare sono quelli naturali dell’alba e del tramonto. Attorno, bellezza.

«Abbiamo inaugurato il nostro agriturismo nel 2011 – mi spiega Maria Balsebre – tutto nasce da un sogno lasciato nel cassetto per quasi sessant’anni, quello di vivere al mare». Prima il lavoro presso lo storico albergo dei genitori a Montescaglioso, poi la famiglia e dopo, finalmente, la pensione, con l’acquisto ad un’asta dello Stato, assieme alla sorella, di due villette. La ristrutturazione degli immobili e la vita che non sempre va come dovrebbe, con la prematura scomparsa della sorella.

«Sono passati alcuni anni e abbiamo deciso con mio marito di convertire una delle due abitazioni in un agriturismo, affinché potessimo ospitare nelle camere ormai vuote chi come noi conserva da sempre il sogno di una vita a contatto con la natura».

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Nasce così, da una vecchia vaccheria, la Masseria Scannaturco. Il nome è quello originario della Contrada, a sua volta derivante da una battaglia risalente al 1500 combattuta proprio sulla zona, oggetto di continue incursioni di pirati saraceni, tra turchi e pisticcesi, oggi ricordata attraverso una serie di rappresentazioni storiche che durante l’estate animano il territorio.

«È una terra ricca di bellezza questa e che ha tanto da raccontare – spiega Balsebre – è a questo racconto noi abbiamo voluto aggiungere il nostro, anche attraverso i prodotti che lo caratterizzano. Tutto ciò che viene servito ai nostri clienti, infatti, è il frutto del nostro orto; fagiolini, melanzane, peperoni a km 0, per la preparazione dei piatti della nostra tradizione lucana».

Poche camere dal profilo rustico ma raffinato, un terrazzo e un patio accogliente, per un’esperienza di pace e relax. Fuori, all’ombra degli ulivi, i tavoli per la colazione. Una proposta turistica scevra del superfluo e che aiuta il viaggiatore a riappropriarsi di quella che oggi, forse, si potrebbe definire come l’arte, ormai difficilmente praticabile, di meravigliarsi, semplicemente, del bello che ci circonda.

SIMONA PELLEGRINI