Il cibo diventa comunità, l'esperienza dell'area sud della Basilicata

La Comunità del Cibo e della Biodiversità è la “rete”, impegnata ad interpretare il rapporto tra territorio e cibo, assunto per perseguire la finalità di una rigenerazione materiale, economica, sociale e intellettuale dell’Area Sud della Basilicata. Viene costituita nel 2016 a Rotonda (PZ), comune simbolo e sede del Parco Nazionale del Pollino, in occasione occasione della “IX giornata della biodiversità regionale” presso l’Azienda Sperimentale Dimostrativa dell’ALSIA Pollino. Rappresenta la prima esperienza del genere in Italia, realizzata in attuazione dell’articolo 13 della Legge 194/2015 recante disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare. Con l’obiettivo di realizzare sinergie tra istituzioni e privati per concorrere all’attuazione del Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo e della Rete nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, in coerenza con gli strumenti di pianificazione e di programmazione nazionali e regionali, in questi anni ha percorso molta strada. A indicarci i momenti e le attività più rilevanti è il suo Presidente Annibale Formica in quest’intervista. 

“L’Area Sud della Basilicata è il territorio del Pollino, del Lagonegrese, delle valli del Sinni, del Sarmento e dell’Agri. È l’area di due Parchi nazionali, ricca di biodiversità e di eccezionali valori naturali e culturali - racconta il Presidente Annibale Formica - In quest’area prende vita una rete di agricoltori custodi e di persone che svolgono un ruolo attivo nel proprio sistema del cibo locale”.

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Nel ruolo di portatore di interessi collettivi, la Comunità del cibo e della biodiversità svolge azioni finalizzate alla tutela e alla valorizzazione del paesaggio rurale, della biodiversità agroalimentare, delle materie prime, dei siti di conservazione, degli itinerari, degli agricoltori custodi fortemente legati al territorio dal punto di vista storico, sociale e culturale, della cucina tradizionale, della gastronomia, del cibo; della promozione del turismo consapevole e sostenibile e della fruizione del territorio rurale, delle risorse naturali, agroalimentari e culturali; l’educazione ambientale e alimentare, l’educazione al cibo buono e sano e alla biodiversità, alla conoscenza e alla consapevolezza del loro valore. Nella funzione di animatore territoriale si adopera a far conoscere e descrivere i luoghi, i paesaggi, i percorsi “dalla coltura alla tavola”; promuovere la divulgazione, la trasmissione delle conoscenze sulla biodiversità agricola, sulle abitudini alimentari, sul rapporto tra cibo e natura, tra cibo e cultura, tra cibo e salute; promuovere il racconto del cibo e dei suoi sapori; creare opportunità di sviluppo locale nei territori interni che, aldilà dello spopolamento, sono ancora abitati: territori in cui la biodiversità, i prodotti agro-alimentari, le tradizioni culturali sono un patrimonio che può permettere di progettare il futuro; aggiornare, potenziare e migliorare costantemente la propria capacità di fare «squadra», di fare «sistema», di essere “comunità”.

Lupo Lucano